Focaccia veloce senza impasto
(per una focaccia bassa usare una teglia 30×40 cm)
150g di farina Manitoba
20g di zucchero
7g di sale
14g di lievito di birra compresso
360g di acqua tiepida
10g di olio evoPer l’ emulsione50g di acqua
50g di olio evo
sale grosso q.b.
Procedimento
Preparare l’ impasto: mettere in una ciotola le due farine e formare un incavo centrale, da un lato unire il sale (in modo che non venga subito a contatto con il lievito di birra). In un bicchiere, a parte, sciogliere il lievito di birra, in 100ml di acqua tiepida (non troppo calda) presa dal totale, unire lo zucchero e dopo che si sarà formata una schiuma compatta, versarlo nel centro della ciotola, unire la restante acqua (260ml) e l’ olio. Mescolare con un cucchiaio finché si sarà formato un’ impasto irregolare e non troppo liscio (vedi foto), fermarsi quando l’ impasto starà insieme. Coprire con della pellicola per alimenti e lasciare riposare l’ impasto (possibilmente a 28°C), finché non raddoppia di volume ( un’ ora e mezza circa, ciò dipenderà dalle temperatura).
Rovesciare l’ impasto sulla teglia rivestita di carta da forno unta d’ olio (2 cucchiai), allargarlo leggermente con le dita (anche queste unte bene d’ olio) senza insistere troppo nello stenderlo, non forzatelo e lasciategli fare come vuole; lasciare riposare l’ impasto così, per 30 minuti nel forno spento. La cosa importante è che abbai abbastanza olio sulla superficie in modo da non seccarsi.
Stendere l’ impasto ancora dolcemente con le dita unte e usate a rastrello, arrivare fino ai bordi ma senza forzarlo, questa focaccia ha i suoi tempi e se ricoprire tutta la teglia sarà difficoltoso, fermarsi e attendere che si rilassi ulteriormente. Riempire la superficie di fossette e lasciarlo tranquillo ancora 10 minuti nel forno spento. Adesso sarà sicuramente possibile stenderlo completamente.
Condire la focaccia con l’ emulsione di acqua e olio evo (o con la farcia del caso) e distribuirla in modo uniforme, aiutarsi ancora una volta con i polpastrelli delle dita, cospargete con il sale grosso.
Infornare la focaccia in forno preriscaldato alla temperatura di 220°C e cuocere per 15/20 minuti. Basterà guardare la superficie per capire la giusta cottura. Sfornare e lasciare riposare giusto 5 minuti prima di servire.
21 commenti
Splendida questa focaccia…. Easy ma dal risultato unico!
Bravissima
super golosa e da mezza ligure a quest'ora è la colazione ideale!
Grazie a te e a Sabrine…….la provo anch'io!
…se è facile allora posso riuscirci anche io che coi lievitati sono una mezza frana…
bacione
It looks very appetizing
Stasera provo!
La focaccia per me è tradizione e solitamente ci vuole molto tempo ma se viene bella e buona come la tua sono stra contenta!
Bellissima ricetta, da provare subito!
Cosa consigli di fare per far riposare l'impasto a 28°?La metto nel forno con lo sportello aperto?
Grazie
Katia
Bellissima ricetta, da provare subito!
Cosa consigli di fare per far riposare l'impasto a 28°?La metto nel forno con lo sportello aperto?
Grazie
Katia
Non è necessario che ci siano 28° in questo caso ma se vuoi controllare la temperatura, metti la teglia nel forno spento ma con la luce accesa e rinnova un pentolino con acqua calda, metti un termometro e controlla così la temperatura! A presto….
Bellissima ricetta, da provare subito!
Cosa consigli di fare per far riposare l'impasto a 28°?La metto nel forno con lo sportello aperto?
Grazie
Katia
La preparo spesso ed è sempre un successonne!!!!
Le foto di questa focaccia mi fanno venire una fame incredibile. Mi sembra di sentire il sapore del sale e dell'olio, una vera meraviglia.
Un abbraccio
LuluCuomo
Veloce e buona.
Gabila, curioso nel tuo spazio che trovo in continua crescita. Fantastico tutto, brava!
Solo una nota, questa è la famosa Focaccia di Giorgio Locatelli, lo chef londinese della Locanda Locatelli, spopolava qualche anno fa, nel 2008 ne abbiamo scritto tutte. Se Sabrina l'ha venduta per sua, non so, non ho visto il libro, e variano leggermente le dosi, ma l'idea è quella. E' meglio segnalare l'origine della ricetta:) Baci!
Ciao Barbara, grazie per i complimenti, mi danno davvero piacere! Per la ricetta io ho seguito le indicazioni che ho trovato sul libro ed ho fatto quindi le dovute citazioni. Le dosi e la scelta degli ingredienti li ho modificati a seconda delle mie esigenze, per il resto non so…lo segnalerò a Sadrine e grazie per l' informazione!
Cara Gabila, grazie per aver provato una ricetta di “Fragole a merenda”! La tua citazione è correttissima.
Ti prego di scusarmi se invado il tuo spazio per rispondere a Babs: transigerei, ma per un autore le parole devono avere un peso.
La ricetta pubblicata in “Fragole a merenda” esiste in casa mia da anni. E’ il risultato della fusione tra un impasto passatomi da un’amica sarda e la tecnica di formatura “Genova style” appresa da un’amica ligure. La prima, veterinaria, aveva avuto la ricetta da un pizzaiolo campano conosciuto al mare, la seconda proviene da una famiglia di blasonati ristoratori. Dunque, questa focaccia ha viaggiato parecchio prima di arrivare sulle pagine del mio libro.
Nel 2008, quando le cucine virtuali sfornavano a reti unificate la focaccia Locatelli, io non avevo un blog: il mio esiste da giugno 2009. Se a questo si aggiunge che non sono mai stata una fan dei grandi chef (il mio cuore batte da sempre per i cuochi della domenica) non è difficile comprendere perché io quella focaccia non l’abbia mai fatta.
Sono andata a cercarla su Google e ne ho trovate infinite versioni (si chiama viralità della rete). Ho preso come termine di paragone – nessuno si offenda – quella del Cavoletto. Queste le differenze, al netto del fatto che io non uso Manitoba:
• a parità di peso di farine, la mia focaccia ha il 60% in più di lievito e il 55-60% in più di acqua (le ricette sono tre)
• lievita nella ciotola per 60-90 minuti (contro i 10 di quella Locatelli), circa 50 nella teglia (contro i suoi 20), e poi altri 20 dopo essere stata condita (qui, perbacco!, facciamo entrambi la stessa cosa).
• non uso il matterello per stendere l’impasto, ma solo un movimento delle dita che ho descritto (secondo la mia amica il matterello schiaccia le bolle d’aria).
In sintesi, se consideriamo che un impasto da focaccia è nient’altro che farina, acqua, lievito e sale, i numeri parlano da soli.
Ma veniamo al metodo. Ebbene sì: è un “impasto senza impasto”, come la focaccia Locatelli. Ma dopo l’attenzione prestata a lievito e farina ora facciamo attenzione alle date.
Il libro di Locatelli esce ad Aprile 2008.
Ma la tecnica di preparare lievitati senza impastare era divenuta famosa nel 2006 quando Jim Lahey e il suo “no knead bread” avevano attraversato di blog in blog il mondo intero (viralità…)
2007: esce “Artisan bread in 5 minutes a day”, in cui Hertzberg e Francois raccontano come un impasto no-knead si può stoccare in frigo (stessa tecnica di Lahey, refrigerazione a parte).
2009: esce “My bread: the revolutionary no-work, no-knead method” il libro di Lahey (pubblicato in Italia da Guido Tommasi Editore)
Questa la cronologia recente, da cui si evince che impasti “no-knead” per pane e pizza si facevano ben prima che Locatelli pubblicasse il suo libro.
La storia finirebbe qui, se non fosse che la sottoscritta, già nota per avventurose imprese aventi per oggetto vecchi libri di cucina (vedi: Manuale di Nonna Papera) è da sempre un’appassionata di lievitazioni casalinghe alla portata di tutti. Tanto appassionata da aver pubblicato in “Fragole a merenda” varie ricette con impasti “senza impasto”. E da aver raccolto una montagna di documenti sul tema: alcuni sono vecchi di secoli altri di decenni, perché il pane non nasce mica con i blog!
E allora, se uno comprende che la storia del mondo non coincide esattamente con quella della rete, scopre che il primo libro dedicato agli “impasti senza impasto” è di fine anni ‘90: fu pubblicato in America, ma guarda caso parla di tecniche apprese in Italia! (ci farò un post)
Naturalmente nemmeno la sua autrice aveva inventato nulla: ho ricette del 2° dopoguerra, ricette francesi degli anni ’60, tedesche e neozelandesi. Perché il bello della cucina è proprio questo: le ricette viaggiano, si trasformano e si arricchiscono a ogni tappa.
La chiudo qui, con molte scuse a Gabila per l’invasione di campo (campo di rara bellezza grazie alle sue foto).
Buon Natale, Babs. E Buon Natale alla cara Gabila (che con i suoi post mi fa venir voglia di continuare a sfornare storie e ricette)
Sabrine
Non ti devi scusare, anzi grazie e francamente non ti avevo avvertito perchè intuivo la risposta su descritta! Grazie e BUN NATALE A TUTTE E DUE!!!
è proprio il caso di dire poca spesa ottima resa, l' ho provata anche io ed è effettivamnte ottima !
baci
Alice
Provata nella versione dolce, ho aggiunto le prugne… Deliziosa! Grazie, Elena.
in attesa di fare la torta alle nocciole e caffè, questa sera ho fatto questa. la sensazione di tradire il mio "emilio" (licoli) c'è stata, ma ci vogliono anche le "sveltine" con ldb ogni tanto, hanno comunque un loro perché. ottima! grazie. 😉