Il lievito madre è semplicemente un impasto inacidito preparato con acqua e farina, vive grazie alla fermentazione spontanea di questi due ingredienti ad opera di spore che si trovano nell’aria, nella frutta, nelle verdure e nella farina stessa. Per mantenerlo in vita nel tempo dobbiamo nutrirlo, rinnovandolo costantemente con nuova acqua e farina.
Alla presenza di un impasto fatto di acqua e farina, batteri e lieviti, trovandosi già presenti nell’ aria, nella farina stessa e su qualsiasi superficie, iniziano a riprodursi in modo costante ed è da qui che inizia la formazione del lievito madre. Per farla complicata gli enzimi presenti nella farina iniziano a demolire l’ amido trasformandolo in zucchero; i lieviti nutrendosi di zucchero ottengono energia producendo di conseguenza anidride carbonica e etanolo; è da questo momento in poi che inizia la fermentazione.
Nel lievito madre, oltre ai saccaromiceti (che sono responsabili della fermentazione alcolica), sono presenti anche i lactobacilli che, trasformando lo zucchero in acido lattico (e/o acido acetico), sono i responsabili dell’ acidificazione dell’ impasto, ovvero responsabili di una fermentazione di tipo acido.
Per creare il lievito madre devo:
- IMPASTARE INSIEME ACQUA E FARINA NELLE GIUSTE PROPORZIONI
- LASCIARE FERMENTARE L’ IMPASTO (periodo iniziale di riposo che varia dalle 24 alle 48 ore)
- RINNOVARE CON ALTRA ACQUA E FARINA NELLE GIUSTE PROPORZIONI
- LASCIARE FERMENTARE (per circa 24 ore)
- RINNOVARE CON ALTRA ACQUA E FARINA fino a maturazione
- IL LIEVITO MADRE PUO’ CONSIDERARSI MATURO QUANDO, DOPO IL RINFRESCO, RADDOPPIA IL SUO VOLUME INIZIALE NEL GIRO DI 4 ORE ALLA TEMPERATURA COMPRESA TRA 26/28°C.
Quando si parla di LIEVITO MADRE, “le giuste proporzioni” tra farina e acqua vanno in relazione al tipo di lievito; in base all’ idratazione il lievito madre si distingue tra solido (idro al 50%) e a coltura liquida, ovvero LI.CO.LI (idro 100%).
Se si parla di lievito madre solido, in fase di creazione si impastano farina e acqua 1:0,5 – esempio: 100g di farina + 50ml di acqua (pari al 50% dalla farina); in fase di rinfresco si impastano lievito, farina e acqua 1:1:0,5 – esempio: 100g di impasto (maturo) + 100g di farina (pari al peso dell’ impasto maturo) + 50ml di acqua (pari al 50% dalla farina).
Se si parla di lievito madre a coltura liquida , ovvero LI.CO.LI. in fase di creazione si impastano farina e acqua 1:1 – esempio: 100g di farina + 100ml di acqua (pari al 100% dalla farina); in fase di rinfresco si impastano lievito, farina e acqua 1:1:1 – esempio: 100g di impasto (maturo) + 100g di farina (pari al peso dell’ impasto maturo) + 100ml di acqua (pari al 100% dalla farina).
Come creare da zero il lievito madre
Sono diverse le scuole di pensiero su come creare da zero il lievito madre (solido o liquido che sia) e forse tutte quante sono fondate e portano allo stesso risultato. Volutamente ho scelto di percorrere la strada più naturale e lunga ovvero partire da un impasto formato soltanto da farina e acqua, escludendo a priori starter di qualsiasi natura (yogurt, frutta, miele etc.).
IMPASTO INIZIALE Lievito madre solido
Ingredienti
(per circa 300 g di lievito)
200g di farina Tipo1 macinata a pietra
100ml di acqua
NOTA: per accelerare la partenza del lievito madre (come già anticipato) può essere possibile utilizzare fermenti lievitanti aggiuntivi come yogurt o frutta frullata, questo però non è da considerarsi indispensabile. La scelta di tale azione accelera sicuramente i tempi ma può creare imperfezione nella microflora che si svilupperà e regalare un gusto e un profumo non sempre apprezzabili.
Impastate la farina setacciata con l’acqua in modo da formare un impasto omogeneo e trasferite il tutto in un contenitore di vetro precedentemente lavato solo con acqua.
Coprite con una garza o con pellicola per alimenti forata o con qualsiasi cosa che consenta il passaggio di aria (ingrediente indispensabile per far crescere i batteri all’ interno del lievito) e lasciate riposare in un luogo riparato ad una temperatura di 22-27°C dalle 24 alle 72 ore, finché non si vedrà la pasta fermentare (il periodo di riposo iniziale dipenderà dalla temperatura dell’ambiente e dalla farina scelta). La farina unita all’ acqua e lasciata a riposare, inizierà ad aumentare di volume (aumento non significativo ma visibile): gli enzimi della farina inizieranno a lavorare, il composto inizierà a rilassarsi e a fermentare diventando più molle e scuro e delle piccole bolle d’ aria saranno visibili. Ad ogni modo il volume non crescerà di molto vista al scarsa presenza di lieviti e batteri lattici.
IMPASTO SUCCESSIVO – PRIMO RINFRESCO
Trascorso il primo periodo di riposo l’impasto è fermentato e quindi è possibile procedere con il primo rinfresco:
- Dal centro prelevate 100g di impasto eliminando la parte superficiale dura e secca;
- Lavoratela con 100g di farina sempre tipo 1 macinata a pietra (pari al perso dell’ impasto fermentato) e 50g di acqua (pari al 50% dalla farina).
- Lasciare riposare per 24 ore sempre in un contenitore di vetro, coperto con un canovaccio umido (o con della pellicola per alimenti forata), sempre in un luogo riparato, ad una temperatura di 22-27°C.
Dopo il primo rinfresco procedete con un rinfresco ogni 24 ore, con le stesse modalità e proseguite per 4 giorni.
Dal 5° giorno fate un rinfresco ogni 12 ore e proseguite per 3 giorni.
Arrivati al 9°giorno fate tre* rinfreschi giornalieri (uno alle ore 8:00 – uno alle ore 12 – uno alle ore 16) lasciando riposare il lievito per le 16 ore successive (riposo notturno).
Continuate con questa modalità di rinfreschi fino a che non si sentirà più l’ odore acido (in questa fase mettete a lievitare in un barattolo di vetro e coprite con della pellicola per alimenti forata) , fino a che l’ impasto risulterà più asciutto e spugnoso, di colore chiaro. Come già su detto, IL LIEVITO MADRE PUO’ CONSIDERARSI MATURO, PRONTO PER LA PANIFICAZIONE, QUANDO DOPO IL RINFRESCO RADDOPPIA IL SUO VOLUME INIZIALE NEL GIRO DI 4 ORE ALLA TEMPERATURA COMPRESA TRA 28°C e 30°C.
Una volta che il vostro lievito madre avrà quasi 1 mese di vita, per i rinfreschi, iniziate ad utilizzare una farina una farina di forza 00 (tipo “per grandi lievitati”).
Da questo momento in poi, generalmente, il lievito si conserva in frigorifero a +4°C fino alla successiva panificazione. È necessario rinfrescarlo ogni 5/6 giorni: dopo aver rinfrescato il lievito, ci attendono le canoniche 4 ore di riposo, successivamente il lievito è pronto per essere utilizzato per le ricette che lo prevedono. A questo punto si procede con il prelevare la quantità necessaria per la ricetta e la restante dovrà essere rinfrescata nuovamente per essere poi mantenuta in frigorifero fino alla prossima panificazione, per un massimo di 5/6 giorni. Per questo rinfresco di mantenimento consiglio di procedere utilizzando il doppio della farina rispetto al perso del lievito, l’ acqua andrà come sempre in conseguenza al peso della farina (sarà quindi il 50%), esempio: 100g lievito, 200g di farina, 100ml di acqua.
Modi di conservazione del lievito madre solido
-IN FRIGORIFERO: chiuso non ermeticamente in un contenitore di vetro, grande quattro volte il volume del lievito; è indispensabile porlo a +4°C solo dopo averlo rinfrescato e utile attendere la partenza della fermentazione (crescita di circa 1,5cm). E’ possibile lasciarlo in frigorifero fino alla nuova panificazione, per circa 5-6 giorni. Prima di ogni rinfresco, portarlo a temperatura ambiente e procedere con una serie di rinfreschi prima di procedere con la ricetta scelta.
-IN ACQUA: rinfrescate il lievito usando il 40-45% di acqua sulla farina, ottenendo così un impasto duro. Procedete come per preparare la sfoglia: formate una palla e immergete in acqua abbondante (potabile), così che il lievito possa galleggiare. Questo è uno dei metodi migliori poiché il PH neutro del’ acqua elimina l’ acidità. Possiamo conservarlo così per 3 giorni in frigorifero.
-AVVOLTO IN UN TELO di fibra naturale e legato: il lievito nel telo inacidisce più lentamente e dà una garanzia di produzione ottimale, mentre quello libero consuma gli zuccheri in metà tempo. In entrambi i casi sul lievito si formerà una crosta che andrà eliminata per utilizzare solo il cuore. Così avvolto va conservato in frigorifero sempre per 5/6 giorni.
-ESSICCATO, cioè polverizzato: pesate il lievito (esempio: 200g di lievito madre), unite la stessa quantità di farina e mettetelo nel mixer così da ottenere una polvere, cospargetelo su una placca rivestita con carta da forno e lasciatelo asciugare per un paio di giorni smuovendolo ogni tanto. Trasferitelo quindi in un contenitore a chiusura ermetica e conservatelo in frigorifero (per 12 ore) e poi passatelo nel freezer, in questo modo il lievito madre si manterrà per molto tempo, fino a tre mesi. Per riutilizzarlo, lasciatelo scongelare in frigorifero e riportatelo a temperatura ambiente, aggiungete acqua sufficiente per reidratarlo (pari al 50% del peso del lievito), lasciate che i liquidi vengano assorbiti completamente e impastate per ottenere il solito impasto liscio e omogeneo. Ponete a lievitare con la solita metodica. Il risveglio sarà lento, ma dopo una serie di rinfreschi (due consecutivi per due o tre giorni), il lievito madre tornerà attivo.
In generale i contenitori, così come i canovacci utilizzati per il lievito madre, non devono essere trattati con detersivi aggressivi: lavate il contenitore di vetro solo con acqua calda e rinfrescate i canovacci senza utilizzare detersivi chimici.
IMPASTO INIZIALE Lievito madre liquido LI.CO.LI.
Ingredienti
(per 200g di lievito)
100g di farina Tipo1 macinata a pietra
100ml di acqua
Anche per il li.co.li. è possibile accelerarne la partenza utilizzando fermenti lievitanti aggiuntivi come yogurt o frutta frullata, questo però resta un fattore non indispensabile. La scelta di tale azione accelera sicuramente i tempi, ma come già espresso, può creare imperfezione nella microflora.
Impastate la farina setacciata con l’acqua in modo da formare un impasto omogeneo e trasferite il tutto in un contenitore di vetro precedentemente lavato solo con acqua. Coprite con una garza o con pellicola forata (non chiudere ermeticamente) o qualsiasi altra cosa che consenta il passaggio di aria (ingrediente indispensabile per far crescere i batteri all’ interno del lievito) e ponete in un luogo al riparo da correnti d’ aria e da sbalzi di temperatura, ad una temperatura di 22-27°C dalle 24 alle 36 ore, finché non si vedrà la pasta fermentare (il periodo di riposo iniziale dipenderà sempre dalla temperatura dell’ambiente e dal tipo di farina scelta). La farina unita all’ acqua e lasciata a riposare, inizierà ad aumentare di volume anche se l’ aumento non sarà significativo: composto in cui si formeranno bolle d’ aria più o meno regolari, sia sulla superficie che al suo interno.
IMPASTO SUCCESSIVO – PRIMO RINFRESCO
Trascorso il primo periodo di riposo l’impasto avrà fermentato e quindi sarà possibile procedere con il primo rinfresco; nel caso in cui non vi siano stati aumenti di volumi significativi, procedete ugualmente con il primo rinfresco dato che comunque, all’ interno del composto, sarà già presente la proliferazione dei batteri:
- Eliminate la parte superficiale del composto, mescolate e prelevate 50g di composto fermentato, aggiungete 50g di farina (la stessa che avete usato all’ inizio) e 50ml di acqua;
- Mescolate in modo da ottenere la consistenza di uno yogurt, versate semrpe in un contenitore di vetro e coprite ancora senza sigillare; ponete in un luogo al riparo da correnti d’ aria e da sbalzi di temperatura;
- Lasciare riposare per 24 ore ad una temperatura di 22-27°C.
Dopo il primo rinfresco procedete con un rinfresco ogni 24 ore, con le stesse modalità e proseguite per 4 giorni.
Dal 5° giorno fate un rinfresco ogni 12 ore e proseguite con questa modalità fino a che non si sentirà più un odore acido troppo pungente, per circa 15/20 giorni.
IL LIEVITO MADRE PUO’ CONSIDERARSI MATURO, PRONTO PER LA PANIFICAZIONE, QUANDO DOPO IL RINFRESCO RADDOPPIA IL SUO VOLUME INIZIALE NEL GIRO DI 4 ORE ALLA TEMPERATURA COMPRESA TRA 28°C e 30°C.
Una volta che il vostro lievito madre avrà quasi 1 mese di vita, per i rinfreschi, iniziate ad utilizzare una farina una farina di forza 00 (tipo “per grandi lievitati”).
Le prime volte che panificherete magari i risultatati non saranno quelli sperati, non preoccupatevi poichè trattandosi di un lievito madre giovane (e questo vale anche per il lievito madre solido), avrà bisogno di più tempo, di rinfreschi regolari e frequenti, per raggiungere obiettivi sempre migliori.
Lievito madre e lievito di birra a confronto
L’utilizzo di lievito madre, piuttosto che lievito di birra, comporta:
– una maggiore acidità del pane, che si conserverà più a lungo;
– un’alveolatura più omogenea della mollica, dovuta a una fermentazione graduale;
– un sapore e un odore leggermente acidi;
– una maggiore digeribilità;
Le caratteristiche di un lievito maturo possiamo valutarle dal colore chiaro e uniforme, dal sapore dolce-acido ma senza retrogusti, dalla consistenza morbida e spugnosa.
Se vi accorgete che nel lievito qualcosa non va, se appare danneggiato, è possibile rimediare:
– sapore acido e scarsa alveolatura: occorrerà solo fare una serie di rinfreschi ravvicinati.
– Sapore acido e colore grigio, consistenza appiccicosa: occorrerà fare il lavaggio del lievito per purificarlo. Bisogna metterlo in acqua fredda a 18°C unendo 2g di zucchero per litro d’ acqua (considerare 300g ml di acqua per 100g di lievito), per 15/20 minuti. Si sottopone al lavaggio solo la parte centrale del lievito tagliato a fette, eliminando la parte esterna, quindi si procede strizzandolo e facendo un rinfresco con queste modalità: LIEVITO 200g – FARINA 00 360/380W, 400g, acqua 210ml. La percentuale di acqua è del 35% poiché si tiene conto dell’acqua assorbita dal lievito in fase di ammollo.
Per un chilogrammo di impasto basteranno 200/300g di lievito madre.
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RINFRESCARE IL LIEVITO ANCHE SE NON SI PANIFICA – Anche se non si ha la possibilità di fare spesso il pane, il lievito va comunque rinfrescato perché con il passare del tempo, i batteri acidi prendono il sopravvento su quelli alcolici (i saccaromiceti, principali responsabili della crescita del pane) e di conseguenza, il pane ottenuto lievita poco e risulta di sapore acido. Per ovviare a questo inconveniente bisogna stimolare e rivitalizzare con una certa frequenza la lievitazione alcolica, rinfrescando il lievito.
Un buon sistema per mantenere il lievito attivo è ovviamente quello di panificare spesso. Se non si riesce a rinfrescare l’impasto nei tempi previsti non è un dramma: il lievito si mantiene per una settimana. Se passano più giorni è comunque possibile utilizzarlo, basta adoperarne una quantità inferiore, con una maggiore quantità di farina; in alternativa si possono effettuare una serie di rinfreschi ravvicinati per diminuirne l’acidità.
CONSIGLIO IMPORTANTE
Al momento di rinfrescare il lievito per poi rimetterlo in frigorifero, consiglio di scegliere di rinfrescarne una dose che non scenda mai sotto i 200/250g; in questo modo, la parte interna e cioè il cuore del lievito che andremo a rinnovare, risulterà sempre sufficiente e non si rischierà di restare senza lievito madre.
Faccio un piccolo esempio: se si deciderà di rinfrescarne solo 100g, e se prima del successivo rinfresco dovessero passare più giorni di quelli consentiti, ci si potrebbe ritrovare con un lievito quasi completamente danneggiato e quindi si correrà il rischio di dover ricorre a metodi drastici per rimetterlo in sesto o, nelle peggiori delle ipotesi, di perdere un prodotto longevo.
IN DEFINITIVA però credo che non esistano delle regole ferree da rispettare, con il tempo e con la pratica si impara a “capire” il proprio lievito e a comportarsi di conseguenza, a seconda di dove il lievito madre vive (temperatura e ambiente) e di ciò che “mangia” (varietà di farine).
33 commenti
Post STU-PEN-DO! Per chi, come me, vorrebbe provare ma non ha il coraggio, questo post è una benedizione! Chiaro e comprensibile, ma nello stesso tempo dettagliato e scritto con competenza! Ti ho scoperto da poco, ma da ora in poi avrai un'affezionata lettrice in più 🙂
Tesoro promesso, prendo nota di tutti e ci provi..il terzo figlio che mancava all' appello ci voleva spero solo di tenerlo in vita:-D:-D!! Tu sei davvero troppo brava e confermo il blog fa ingrassareeee!!! Ti abbraccio forte, Imma
Semplicemente, chapeau!
Ciao! Sono nuova da queste parti ed ho scoperto questo blog per un "meraviglioso caso"…complimenti davvero, ci delle ricette favolose!! In merito al lievito madre volevo farti una domanda, anzi due: il lavaggio lo posso utilizzare sempre come metodo prima del rinfresco per togliere un po' di acidità che ai miei figli non gradisce molto? E ancora: per conservarlo in acqua è meglio riporlo in frigo o a t.a.? Grazie mille! !
Ciao, un blog stupendo!!!volevo sapere tu non metti nessun attivante come ho letto in altre ricette tipo miele oppure zucchero come mai?grazie
Aggiungere zuccheri non è determinante, diciamo che non ho voluto forzare il processo in generale…ecco perché tale scelta😉
Ciao. Post bellissimo e di facile comprensione. Una domanda: che differenza c’è tra lievito madre e licoli? Grazie 😊😉
Ciao e grazie ❤️Il licoli è un lievito madre liquido, quindi idratato al 100%😉
Ciao, sono da un po’ una tua lettrice e visto il tuo post così chiaro ed esaustivo ho deciso di iniziare anche io la mia avventura! Ho solo uma domanda: quando dici di rinfrescare 100g per il primo rinfresco ecc, il resto viene buttato? Non ho capito questa cosa. “Prelevate 100 g d’impasto dal centro e non dalla parte superficiale che risulta dura e secca; lavoratelocon 100g di farina (pari al perso dell’ impasto fermentato) e 50g di acqua (pari al 50% dalla farina).” Grazie!!
Ciao..il resto va buttato 😘! Nel caso tu abbia bisogno scrivimi ancora, un abbraccio!
Ciao! Innanzitutto complimenti per il post…:)
Ho qualche dubbio sui primi rinfreschi per arrivare ad un lievito madre “pronto”: durante i primi rinfreschi, che sono molto ravvicinati se non ho capito male, prelevo ogni volta 100 gr di lievito madre? Quindi ogni volta butto il resto? È questo che mi frena un po’, mi sembra di sprecare un elemento così prezioso come la farina…
Ciao, grazie mille! Nella fase iniziale purtroppo, il lievito in eccesso diventa uno scarto perché rappresenta un qualcosa di inutilizzabile viste le condizioni. Solo dopo un mese di rinfreschi si iniziano a vedere i primi risultati ed è a quel punto che allora puoi iniziare ad utilizzare il lievito per produrre pane o altro. So che la farina è un bene prezioso, ma purtroppo in questo caso si procede così! Buona serata!
Ciao Gabila!
Il video alla fine fa quasi commuovere, è tutto così poetico!
Grazieeeee
❤️❤️❤️❤️
Grazie
Ciao ! Grazie per le informazioni! Volevo chiederti se usi anche ai rinnovi farina t1 e con quale marca di farina ti trovi bene anche per panificare e fare pizza, grazie di nuovo un abbraccio
Sara
Non ho marche specifiche, uso farò a di forza per rinfrescare il lievito; comunque molto buone sono farine più tecniche per esempio di Molino Grassi e Mulino Marino😉
Ciao, ottimo post, se dovessi andare via per 8/10giorni, come posso conservare il lievito madre?
Rinfreschi 1:3 e poni in frigorifero!
Grazie per questo post che mi ha fatto venire voglia di iniziare questa avventura! Spero di non avere già fatto errori in partenza 🤔… perché oggi ho fatto il primo rinfresco ed era mooolto appiccicoso! È normale?
È nornale
E’ normalissimo, tranquilla!
Ciao Gabila, complimenti e grazie x i tuoi insegnamenti preziosi. Domanda:premetto che immagino dipenda dalla forza del lievito madre, però, più o meno,in una ricetta, in che quantità sostituisco il lievito di birra con lievito madre? Grazie
💕
Ciao, dipende dal tempo che hai a disposizione; la quantità di lievito, di qualsiasi natura esso sia, va calcolata in base ai tempi che si hanno a disposizione. Prova a leggere i mie post sul pane e vedrai che tutto ti apparirà più chiaro. Buona giornata
Ciao!!innanzitutto complimenti per l’articolo!!domanda..ma se iniziassi con poca farina..es 25 gr..x avere meno esuberò da buttare..comprometterei la riuscita?troppo poco x i motivi detti sopra?grazie!!
Io te lo sconsiglio perché considerati gli scarti, quello che ti resterebbe di lievito sarebbe davvero una quantità insufficiente😉.
Grazie mille
Quando dici “Al momento di rinfrescare il lievito per poi rimetterlo in frigorifero, consiglio di scegliere di rinfrescarne una dose che non scenda mai sotto i 200/250g” come si fa questo? voglio dire, il rinfresco si fa prelevando 50gr e aggiungendo 50gr di acqua e 50gr di farina= 150 gr di lievito finale? oppure già dopo 20 gr si può usare tutto (150gr) e rinfrescare con 150gr di acqua e 150gr di farina?
Ovviamente è una quantità che si arriva ad avere via via che si rinfresca, il rinfresco si fa prelevando una quantità variabile che non per forza deve essere di 50g.
Ciaaoo!! credo di aver avuto un problemino con il mio Licoli.. (in teoria dovrei essere a 3/4 di percorso) prima dopo i rinfreschi lo vedevo lievitare anche se non proprio da raddoppiare di volume. Ora però sono 3/4 giorni che non vedo segni di vita nel lievito.. sto ancora usando la farina di tipo 1 rimacinata a pietra.. è normale? cosa posso fare? grazie mille in anticipo!!
Buongiorno, è probabile che la temperatura dell’ambiente non sia quella idea; prova a capire questo dettaglio e continua con in rinfreschi.Grazie a te.
Complimenti per il tuo blog!
Ho iniziato 4 giorni fa a preparare il li.co.li e oggi sono al secondo rinfresco, ma mi sorge un dubbio:
Per la conservazione vale lo stesso metodo che per il lievito madre solido? Da quale giorno si può mettere in frigo? Grazie in anticipo ❤️
Ciao e grazie! Quando il lievito sarà pronto e maturo potrai conservarlo come meglio credi, anche in frigorifero quindi, come si fa con quello a pasta solida! Buona giornata