Era da una vita che volevo scrivere un post sul pane fatto in casa e finalmente eccomi qui per farlo.
Nonostante io panifichi con regolarità, non ho mai trovato il tempo di mettermi tranquilla per lasciar battere sulla tastiera mente e cuore.
Parlo di cuore perché chi mi conosce, sa che io e i lievitati siamo una cosa sola; nella giornata dedico più tempo ai miei lieviti che a tutto il resto….con questo non mi ritengo una fanatica ma piuttosto un’ appassionata.
Fare il pane fatto in casa è ormai una cosa abbastanza comune, in rete potete trovare numerose ricette e tanti sono anche i siti o profili social specializzati nei lievitati; panificatori folli poi se ne trovano a bizzeffe. Secondo intuito si sceglie a chi dare credito e automaticamente farina, acqua e lievito vengono presi in affido.
Per scegliere la ricetta giusta da preparare, facciamo i conti con foto credibili e spiegazioni soddisfacenti. E con questo siamo tutti d’ accordo!
Il mio lavoro è quello di “fare bene” sempre, e fornire ricette e informazioni UTILI è quasi un dovere! Mi sento l’ affidataria dei vostri ingredienti e di conseguenza non posso pensare di prendere due parole e buttarle lì a caso, Se poi si parla di lievitati, chiamo alla cattedra MANO SULLA COSCIENZA e cerco di parlare in modo pratico, leggero ma con competenza. Proprio perché mi immedesimo nel principiante…che non sa….che non capisce tutte le dinamiche/termini, mi impongo di semplificare, anche a discapito dei termini più tecnici.
Detto questo vediamo se riesco a mettere in pratica quello che ho appena scritto^_^.
In primis mettetevi in testa che NON SONO gli ingredienti stessi a fare la differenza; quando si maneggiano i lieviti è importante capire quanto sia indispensabile imparare a gestirli e un buon modo per farlo sono METODICHE e TEMPISTICHE adeguate. Due aspetti che ognuno di noi plasma a sua immagine e somiglianza….(quando necessità diventa virtù).
Il primo vero ingrediente di cui vi dovete preoccupare (ancor prima di farina, lievito e altro), è il tempo che avete a disposizione, solo dopo aver stabilito quello, potete allora scegliere il tipo e la quantità di lievito che utilizzerete e il tipo di farina adeguata.
IMPORTANTE è chiedersi cosa vogliamo fare/ottenere con una manciata di farina: un pagnotta con alveoli grandi come limoni? Leggera e croccante? Con una mollica fitta e profumata? Per ogni tipo di esigenza, esiste la sua relativa metodica e di questo ne sono convinta.
Comunque, a prescindere da tutto, prima di mettervi a impastare un pane fatto in casa è opportuno che sappiate che…
Il LIEVITO è un elemento che non condiziona niente ad eccezione del TEMPO, più lievito usiamo e più velocemente l’ impasto cresce, diversamente, meno ne usiamo e più i tempi si allungano.
L’ ACQUA è un elemento che si fa condizionare dalla farina (non tutta la farina ha la stessa capacità di assorbimento) e che a sua volta condiziona la fermentazione (più o meno lenta) e di conseguenza è Lei che determina la texture della mollica (più o meno umida, più o meno alveolata). E’ inoltre un ingrediente importantissimo dato mantiene in vita i lieviti. In pratica sceglierete l’ idratazione del vostro pane, in base alla farina che avrete a disposizione, ma anche in base alle vostre capacità.
La FARINA è un elemento che viene condizionato dal tempo di riposo subito dall’ impasto, ovvero, più lunghi saranno i tempi di lievitazione e più la farina dovrà essere forte. La forza della farina viene identificata con la lettera W, è però un valore presente solo nelle confezioni più professionali; diversamente si controlla nella tabella nutrizionale del pacco e si fa riferimento alla percentuale di proteine presenti, più saranno alte e più la farina sarà forte.
Il SALE rende il pane più saporito (e qui non ci piove) e la crosta più scura ma stabilizza anche la lievitazione (a contatto con le proteine rende la maglia glutina più stabile), quindi dimenticarsene vorrebbe dire rinunciare a tutte queste belle cose; consideratene il 2% sul peso della farina.
Il MALTO D’ ORZO è anch’ esso un elemento che va in relazione al tempo di lievitazione al quale sottoponiamo l’ impasto; essendo uno zucchero tende a velocizzare il lavoro dei lieviti, quindi, se decidiamo di impastare un pane con un procedimento veloce (massimo 3/4 ore), è utile includere il malto tra gli ingredienti. Se invece la scelta ricade sulle lunghe lievitazioni (incluso riposo in frigorifero), è consigliabile ometterlo perché potrebbe risultare contro producente dato che velocizzerebbe la fermentazione che volutamente vogliamo rallentare. Comunque se utilizzato, oltre ad accelerare la lievitazione, questo ingrediente migliora la struttura, il colore, profumo e sapore finito del vostro pane fatto in casa. Per questo ingrediente non superate mai i 15g per chilo di farina. Io di solito uso lo sciroppo (che compro in erboristeria) ma esiste in commercio anche sotto forma di polvere.
Ovviamente per tutti gli ingredienti appena descritti ci sarebbe stato molto altro da dire, io mi sono limitata e mettere in luce solo caratteristiche utili per la comprensione/padronanza di METODICHE e TEMPISTICHE.
I modi e i tempi che ho scelto per questo pane sono ovviamente stati dettati dalle mie esigenze; volevo un pane profumato, alveolato al punto giusto; che prevedesse una prima lievitazione medio/lunga ; che si preparasse nel modo più facile possibile, e cosa ancora più importante, che fosse pronto per l’ ora di pranzo.
Ho gestito riposo a temperatura ambiente e riposo in frigorifero in modo personale e adattato un impasto a queste scelte. In certi casi la gestione di questi due elementi è forse invertita: lievitazione a temperatura ambiente più beve e una prolungata maturazione dell’ impasto in frigorifero. E’ un altro metodo che applico quando voglio ottenere un pane con alveoli più pronunciati e lo faccio quando ho più tempo e voglia di farlo. Il metodo di oggi è senza dubbio più veloce ma comunque efficace.
Vorrei aggiungere queste poche considerazioni per farvi capire meglio il perché delle mie scelte.
Ammesso e concesso che vogliate seguire le mie indicazioni alla lettera, è opportuno sapere che non esistono regole assolute e applicabili per tutti nello stesso modo. Questo perché gli stessi ingredienti che vengono impastati, è impossibile che subiscano lo stesso metodo di impasto. Qual’ è il motivo?PERCHE’ le mani non sono sono le stesse, la temperatura dell’ acqua non è la stessa, la temperatura che abbiamo in casa è diversa per tutti. Ognuno di noi deve usare intuito e sensibilità, sono i soli elementi che vi porteranno ad avere una certa padronanza su ogni impasto che le vostre mani avranno la fortuna di coccolare.
NON SOTTOVALUTATE ALCUNI ELEMENTI SE VOLTE RIUSCIRE A REALIZZARE UN PANE FATTO IN CASA
Il tipo di farina che ho utilizzato è forte e con un potere di assorbimento discreto, è per questo che nonostante l’ utilizzo di un lievito liquido, ho potuto scegliere un’ idratazione del 68% senza riscontrare problemi nella gestione dell’ impasto; è sempre la farina stessa che ha fatto in modo che io potessi incordare la massa senza problemi. Una farina diversa potrebbe non essere in grado di gestire la stessa “situazione”….mi seguite? Con questo vorrei che capiate che la scelta degli ingredienti è terminante e comunque detta le regole sul resto; nel caso doveste sostituire una farina tipo 1 w400 con una farina 0 w330 per esempio, è ovvio che la percentuale di idratazione potrebbe subire una variazione.
Mi sento anche di dire che il lievito gioca un bel ruolo in tutta questa dinamica, il mio è in salute, lo rinfresco ogni giorno e per ben due volte, (mattino e sera); la mia scelta è quella di tenerlo fuori dal frigorifero e questo lo faccio per averlo sempre al TOP, pronto per qualsiasi preparazione. So che questo ha un costo in termini di tempo e farina, diciamo che considero questo piccolo investimento come il mio vizio più prezioso. Sempre ipotizzando quindi, nel caso il vostro li.co.li. risulti un pò meno performante, i tempi di lievitazione potrebbero subire variazione ma questo non deve essere motivo di scoraggiamento, ne tanto meno, paura di aver sbagliato qualcosa. Quindi in relazione alla forza del vostro lievito, potrebbe essere necessario aumentarne o diminuirne le quantità.
Una cosa che dico sempre è questa: E’ IMPORTANTE CONOSCERE I NOSTRI LIEVITI perché è solo imparando a farlo che possiamo fare le scelte giuste per loro!
La temperatura dell’ ambiente non è da sottovalutare, io a casa mia conto (nella notte) sui 18° costanti, ed è infatti su questo dato che ho costruito la ricetta di oggi. Nel caso (ma ne sono certa che sarà così) non possiate contare sullo stesso dato, fate una prova e poi tarate la quantità di lievito idonea per la pausa notturna a temperatura ambiente. Se avete una casa fredda, sarà necessario aumentare la dose del lievito e forse anche intiepidire leggermente l’ acqua, se invece contate su temperature alte dovrete diminuirla.
SE LA VOSTRA MISSIONE E’ IMPASTARE LA SERA PER POI AVERE AL MATTINO UN IMPASTO PERFETTAMENTE TRIPLICATO, che non sia andato oltre lievitazione ma che non sia neanche rimasto troppo indietro, dovete per forza di cose imparare a gestire a vostro vantaggio farina, lievito e temperatura del VOSTRO ambiente.
INOLTRE so che non tutti riuscirete a gestire un impasto idratato (ma magari imparerete). La più impostante raccomandazione è comunque quella di trattarlo con cura. Quindi in fase di pieghe non tiratelo, non sbattetelo, non strappatelo; tutto il lavoro notturno dei lieviti andrà tutelato con carezze e pressioni delicate; le vostre mani dovranno accompagnare e sovrapporre lembi con estrema delicatezza e le vostre dita dovranno cucire senza dolore.
Volendo mantenere le dosi della ricetta di oggi, a questo punto qualcuno potrebbe chiedermi se sia possibile sostituire il lievito liquido con quello solido, o piuttosto con il lievito di birra e in quali quantità. Con sicurezza vi dico che si può fare tutto, in base però a variazioni simili, anche altri elementi potrebbero subire cambiamenti: più o meno farina, più o meno acqua.
Sarà mia premura scrivere post futuri che parlino di pane fatto in casa con lievito madre solido e con lievito di birra. Promesso!!!
Voglio sottolineare che i miei non sono insegnamenti, ma solo considerazioni ottenute in seguito a fatti…è il mio intuito che mi ha portata fin qui, non sono una maestra, questo ci tengo a dirlo. Per questo motivo mi piacerebbe capire cosa ne pensate e questo solo per un sano e piacevole confronto.
P.S. la cottura in pentola di ghisa non è obbligatoria, diciamo che a livello casalingo è il sistema migliore per ottenere un pane con uno sviluppo maggiore, una crosta più spessa e bella croccante. Nel caso non ne possediate una, potete tranquillamente usare la pietra refrattaria (alle brutte la solita placca da forno), avendo l’ accortezza di scaldarla almeno un’ ora in forno alla massima potenza 250/280°, modalità statico; importante è creare vapore all’ interno della camera di cottura, per farlo basterà vaporizzare un pò di acqua al suo interno, appena prima di infornare il pane..
Un ultima cosa, se proverete la ricetta o comunque se le vostre case saranno o sono invase dal profumo del pane appena sfornato, a prescindere dalla riuscita, SARA’ COMUNQUE UN GRANDISSIMO SUCCESSO.
Ingredients
- 500g di farina tipo 1 w400
- 130g di li.co.li pronto per essere utilizzato
- 340ml di acqua a temperatura ambiente
- 10g di sale
- 1 cestino di lievitazione (o 1 ciotola rivestita con un canovaccio cosparso di semola)
- 1 pentola di ghisa da 26cm
- semola rimacinata q.b.
- lametta o coltello affilato
Instructions
- La sera prima (verso le 21) mettete nella ciotola della planetaria il lievito, scioglietelo in 310ml di acqua e ossigenatelo lavorandolo per un paio di minuti utilizzando la frusta a filo; unite la farina e con il gancio ad uncino, impastate per circa 3 minuti (la farina dovrà bagnarsi completamente ma in questa fare non servirà ottenere un composto omogeneo).
- Adesso coprite con un canovaccio e lasciate in autolisi per circa 1 ora, anche 1 ora e mezza se riuscite.
- Trascorso il tempo sciogliete il sale nell' acqua restante (30ml) e versate sull' impasto autolitico.
- Impastate fino ad incordatura, dovrete quindi ottenere un' impasto liscio, elastico, ben strutturato, che si stacca delle pareti della ciotola; in questa fase state attenti a non scaldarlo troppo perchè così facendo, la maglia glutinica potrebbe spezzarsi irreparabilmente (temp. di uscita dell' impasto non oltre i 24°).
- Adesso prendete un contenitore trasparente capiente (che contenga tre volte il volume iniziale dell' impasto) e ungetelo con olio evo, rovesciate l' impasto su un piano di lavoro pulito e leggermente oliato e date una serie di pieghe in modo da dargli forza (impasto teso in superficie); mettetelo nel contenitore e con un pennarello segnate il suo livello.
- Coprite con pellicola e lasciatelo lievitare a temperatura ambiente fino al mattino successivo (per circa 8h*), dovrà triplicare il volume iniziale.
- Trascorso il tempo, rovesciate delicatamente l' impasto sul piano di lavoro leggermente cosparso di semola, mi raccomando, fatelo davvero dolcemente in modo da non rovinare tutto il lavoro fatto dai lieviti (non tiratelo e non strappatelo); adesso fate una serie di pieghe a 3 in modo da dare forma al pane, dategli tempo, nel senso che (se necessario) fate le prime pieghe e poi aspettate circa 15 minuti prima di fare le successive, tale accortezza sarà necessaria se l' impasto non risultasse troppo forte. Se non sapete come dare le pieghe al pane, guardate il mio piccolo video che troverete di seguito.
- Mettete adesso la pagnotta nel cestino di lievitazione cosparso di semola (chiusura verso l' alto), coprite con pellicola e mettete in frigorifero per un' ora circa (ma anche fino ad un massimo di tre). Nel caso non abbiate il cestino di lievitazione, una ciotola capiente rivestita con un canovaccio pulito e poi cosparso di semola, andrà benissimo. Se alle prime armi, potete comunque mettere il canovaccio anche nel cestino di lievitazione, questo servirà ad evitare che l' impasto si attacchi vista la sua alta idratazione.
- Preriscaldate il forno alla massima potenza (250/280°) e fin da subito inserite al suo interno la pentola chiusa con il suo coperchio; quando il forno sarà pronto, estraete il pane dal frigorifero, con l' aiuto di un foglio di carta da forno capovolgete la pagnotta, cospargetela con della farina e incidete a fantasia (a croce, un taglio longitudinale o se siete bravi, create dei disegni a piacere).
- Con l' aiuto di guanti protettivi, estraete la pentola dal forno ma fate attenzione perché sarà rovente, togliete il coperchio, inserite il pane all' interno con tutta la carta forno, richiudete e rimettete in forno, cuocete così per 30 minuti, poi togliete il coperchio, abbassate il forno a 240° e continuate la cottura per altri 20 minuiti, o finché risulterà molto brunito.
- Una volta pronto, spegnete il forno, aprite lo sportello e lasciate cosi per circa 10 minuti, poi estraete la pagnotta dalla pentola e lasciatela raffreddare su una gratella, meglio si appoggiata di lato e non di piatto.
Notes
*nel mio caso 8h sono sufficienti, il tempo di lievitazione va in relazione alla temperatura della vostra casa; per i miei canoni, anche i grammi di li.co.li. utilizzato non sono a caso, ma calcolati esattamente in base alla forza stessa del lievito, alla temperatura dell' ambiente, alle ore di riposo notturno calcolate.
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29 commenti
Sei arrivata! Dritta, precisa, come una freccia scoccata da Robin Hood nel centro del bersaglio! Quindi Gabi… Ci sei riuscita, sei arrivata come tu volevi! e te lo dico io che.. hai presente no?! sono un po’ leggermente rinco andante..
Quindi.. GRAZIE! questo post è da stampare e attaccare sul frigo o dovunque possa essere visto, letto, studiato.. ogni giorno…
io adoro impastare e panificare e lo faccio in questo periodo un po’ più di prima, ma lo faccio un po’..alla ”come mi viene”, perché non ho una madre, né solida (se n’è andata quando mi sono ammalata e non ho più potuto occuparmene), né tantomeno liquida… quindi adopero il lievito madre essiccato che, so non sia il massimo della vita, ma mi da delle buone soddisfazioni; ora, quando non lo trovo al super, uso il normalissimo lievito di birra, diminuendo la dose prevista nella ricetta e … osservando il mio impasto…. ora ho dimezzato la dose e raddoppiato il tempo della lievitazione (sempre poi in base al fattore ambientale) poi vedrò di ridurre ancora.. sperimento… ehehe…
Però vorrei tornare anch’io ad avere un bimbetto da accudire…
Ciò non toglie che, in attesa di lieviti migliori, io non provi a fare comunque questo bel panetto qui…
hai visto come sorride? è proprio contento e sa di essere venuto davvero bene! <3
Io aspetto altri post così… da studiare, sottolineare e ripetere come le lezioni di scuola…
Grazie Gabi!
un abbraccio
Manù
E quando vorrai un bambinesco da accudire, sarò proprio io a regalartelo!!! Promesso!
Un post magnifico Gabila! Super chiaro ed esplicativo. Il pane è strepitoso. sei proprio brava. Le uniche due volte che ho usato la w400 è stato per fare il panettone a Natale a mio marito, due volte ed entrambe finite nell’umido. Per me, che sono inesperta nel glutinoso e con la prima volta con una farina così, è stato un incubo, difficilissima da gestire, ma ne ho ancora in dispensa e credo che proverò a fare un pane. Invece con la W350 che avevo preso per compensare la prima mi trovo decisamente meglio. Essermi dedicata al gluten free per forza di cose mi ha allontanata dalla panificazione con glutine e me ne dolgo tanto, ora cerco di recuperare il tempo perduto e post come questi sono utilissimi. Grazie e un abbraccio.
Nessuno nasce imparato, io per prima…il mio post di oggi nasce esattamente per sensibilizzare le persone che si avvicinano a questo mondo e adesso ce ne sono più che mai, e lo fanno più per esigenza che per volontà consapevole. Chi ha consapevolezza deve sapere alcune cose altrimenti è impossibile capire certe dinamiche! Spero di averti spronata e di averti fatto venir voglia di tentare ancora….a presto e bune cose Sonia!
Gabila, grazie!!!
Mi metto a sperimentare già domani…ho sempre usato il lievito madre solido, ma in questi giorni ho provato a fare anche il licoli, e insomma, ci devo prendere confidenza…le informazioni che hai scritto in questo post sono preziosissime per me che cerco di capirci sempre di più qualcosa, un po’ alla volta…!
Un saluto
Simona
Buona fortuna allora..ti abbraccio!
Ciao, complimenti per il pane e per il post molto dettagliato, volevo sapere se posso cuocere il pane anche senza pentola, se necessario ho una in ceramica per forno, la pentola va coperta? Grazie
Grazie mille, senti ti copio e incollo un frammento di testo che ho scritto sul post, magari ti è sfuggito:
P.S. la cottura in pentola di ghisa non è obbligatoria, diciamo che a livello casalingo è il sistema migliore per ottenere un pane con uno sviluppo maggiore, una crosta più spessa e bella croccante. Nel caso non ne possediate una, potete tranquillamente usare la pietra refrattaria (alle brutte la solita placca da forno), avendo l’ accortezza di scaldarla almeno un’ ora in forno alla massima potenza 250/280°, modalità statico; importante è creare vapore all’ interno della camera di cottura, per farlo basterà vaporizzare un pò di acqua al suo interno, appena prima di infornare il pane..
Grazie mille
Buongiorno Gabila,
Hai un blog incantevole…ma questo lo sapevi già!
Ho letto che tieni il licoli a temperatura ambiente e vorrei farlo anche io. Solitamente panifico a giorni alterni! Sai se posso rinfrescarlo ogni 48 se lo tengo a t.a.? Ad esempio il venerdì per panificare il sabato e poi rinfrescare di nuovo la domenica per panificare il lunedì.. fammi sapere! Un carissimo saluto e grazie 😊
Ciao e grazie, il lievito se lo tieni a temperatura ambiente devi rinfrescarlo ogni 12 ore!!!! Altrimenti fai più danno che altro…😉
Grazie mille, in effetti ognuno dice la sua a riguardo e si rischia di commettere errori! L’ho messo in frigo. Lo caccio all’occorrenza e una volta tornato a temperatura ambiente lo rinfresco. Avrei una domanda… ho fatto due prove: 1) atteso il raddoppio e messo in frigo 2) messo in frigo a un’oretta dal rinfresco. Ho notato che se faccio così raddoppia in frigo lentamente ma collassa molto presto. E anche quando raddoppia (anzi spesso triplica) a temperatura ambiente, comincia a scendere dopo un’oretta di picco, se non prima! Vorrei capire come mai! Premetto che una parte della farina che utilizzo per i rinfreschi è integrale e l’altra metà una W260. Oggi ho utilizzato al posto di quest’ultima una 0 dello stesso mulini di quella integrale ma stessa storia…cresce tanto e velocemente per poi collassare presto! Scusa il papiro
Un caro saluto
Ciao, panifico da un po’ con grani antichi. Da poco ho rimesso in opera il lievito madre, è un simpatico panetto molto molto vispo che quasi evade dalla sua ciotola.. questo e gli altri pani che ho visto indicano licoli o lievito fresco, se volessi provare con la pasta madre? Che dosi e poi che tempi?
Ciao…i tempi sono sempre in relazione al tuo lievito e alla temperatura e per le dosi puoi anche fare una sostituzione alla pari se si parla di licoli dato che verrà solo modificata di poco l’idratazione 😉
Ti ho scoperto per caso e sono impaziente di leggere tutti i tuoi consigli! Il mio primo tentativo di creazione del licoli è andato male a causa della farina utilizzata, credo. Ma voglio riprovare assolutamente!
Posso farti una domanda? Che farina consigli per i rinfreschi del licoli? Ho letto in rete che nel caso si programmi un rinfresco settimanale serve una farina raffinata per evitare che la componente acida prenda il sopravvento e inoltre la farina deve essere forte W >= 320. Tu che ne pensi? Per caso hai qualche molino da consigliare? Grazie mille, Sara
Ciao, allora la farina che indichi va bene ma in fase di creazione usa una tipo 1! Per i Molini io mi trovo bene con Molino Grassi😊
Ciao Gabila che meraviglia: ho chiuso gli occhi e, per un momento, il profumo di quel pane meraviglioso mi ha completamente pervaso. Adoro panificare (ma soprattutto sperimentare) con risultati molto variabili: voglio assolutamente provare anche il metodo che hai utilizzato.
Per la cottura, in questo periodo che ho un po’ più di tempo a disposizione, utilizzo un forno a legna ma mi è venuto un dubbio leggendo il tuo post: sei certa che utilizzare la carta forno con quelle temperature sia corretto/salutare? Se non sbaglio sopporta temperature fino a 220°…ma non sono un esperto!
A presto, non vedo l’ora di leggere altre ricette…
Buongiorno, se cuoci in un forno a legna è ovvio che non è necessario usare la carta forno! Io la utilizzo perché inserire un pane idratato quasi all’80 % in una pentola, senza compromettere la lievitazione, è pressoché impossibile! Uso una temperatura di cottura che comunque la carta forno può sopportare, se non vuoi usarla omettila oppure, se vuoi stare più tranquillo, cuoci il pane a 220 gradi. Grazie mille e buona panificazione 😉
Ciao,
sono alle prime armi con la panificazione con il li.co.li. quindi comincerò presto con gli esperimenti.
In primis una domanda, in presenza di una farina più debole tipo una W380, in che percentuale bisogna cambiare la quantità di lievito? esiste una regola approssimativa da seguire?
Poi ho altre due domande. Una riguarda la pentola: volevo approcciare l’acquisto di una cocotte e stavo puntando una a diametro 24. Ho visto che tu usi una 26. A tuo parere su una 24 ci può stare abbastanza bene un impasto con 400/500gr di farina? Vista la spesa importante di investimento volevo capire bene su quale misura dirigermi per avere uno strumento versatile. Ultima domanda è: dato che sono proprio neofita, hai qualche libro sulla panificazione da consigliare? Grazie mille, valentina
Buongiorno, allora Una farina w380 è classificata come farina forte quindi non è necessario fare nessuna modifica.
La quantità del lievito non va in relazione alla farina, determina solo i tempi di lievitazione.
La misura perfetta della pentola è quella da 26cm, le altre sono troppo piccole e poi dato che la uso anche per cucinare, questa misura è certamente la minima da scegliere; piuttosto la comprerei più grande, ma mai più piccola.
Per i libri scegli quelli de grandi maestri, da Ezio Marinato, a Montanari, Giorilli o Morandin!
Spero di esserti stati utile, buona giornata.
Ho iniziato a fare il pane con la lettura per caso su Instagram vorrei consultare il tuo archivio sul blog per fare altro sempre con il licoli complimentiiiiii
Buon divertimento allora, vedrai che sarà un crescendo di ricette e impasti!! Grazie per avermi dato fiducia!
Ciao, ti ho scoperta da poco, come da poco ho iniziato a panificare con il licoli, che ora mi sta dando parecchia soddisfazione. Le tue ricette sono belle e spiegate molto bene. Quando ti leggo mi sembra di avere in mano un libro bellissimo. Ti seguo anche si Instagram e nee ed sono felicissima. Il tuo pane mi viene benissimo. Ciao e grazie. Susanna
Sono felicissima di esserti d’aiuto! Grazie infinite!
Ciao Gabila! Ti seguo da qualche mese e grazie a te ho voluto provare a coltivare il mio primo Licoli :-). Finalmente scorsa settimana ha raggiunto la maturazione e l’ho testato con questa ricetta. L’impasto è lievitato correttamente, in cottura si è sviluppato per bene (nonostante io non abbia una pentola e perciò l’abbia cotto su semplice teglia), al taglio presentava una discreta alveolatura ma la mollica è rimasta molto appiccicosa e alla vista anche un po’ cruda. Cosa pensi abbia causato questo problema?
Grazie in anticipo e buona giornata! Giulia
In questo caso è sicuramente la farina usata che non ha avuto la capacità di assorbire tutta l’acqua. Prova ad idratare meno o a cambiare la farina. Grazie a te!
Buongiorno Gabila,
Da un anno panifico con pasta madre solida e devo dire con buoni risultati.
Mi intriga molto il li.co.li che ho in frigo disidratato(mi è stato ragalato). Volevo sapere se l’uso del licoli è uguale a quello solido, nel senso se va usato al raddoppio.
Inoltre mi è stato detto che il licoli è meno impegnativo di quello solido, che può stare in frigo senza essere rinfrescato anche per una settimana.
Ti ringrazio di cuore e devo dirti che ti ho scoperto per puro caso ma mi hai conquistato immediatamente.
Una garanzia!!rifatto molte volte!!
Ciao, complimenti per la ricetta che sembra una poesia 🙂
Ritieni fattibile impastare a mano?
Volendo conservare il licoli in frigo a 9° ogni quanto consigli di rinfrescarlo?
Grazie, mi fa piacere che la ricetta ti piaccia! Puoi sicuramente impastare a mano, sarà più faticoso ma fattibile; per il lievito è molto soggettivo, ti consiglio di testare le tempistiche e poi di agire di conseguenza!